Chiese

La Chiesa di Bruil, nota oggi come Notre Dame de la Visitation, possiede una storia ricca e intricata, radicata nelle tradizioni religiose e comunitarie della Valle di Rhêmes. Originariamente, fino al 1650, il territorio di Rhêmes-Notre-Dame faceva parte della parrocchia di Saint-Georges. Documentazioni storiche attestano l'esistenza di una cappella già nella prima metà del XV secolo nella località di Luedum, oggi conosciuta come Bruil.

Questa cappella primitiva fu probabilmente ricostruita e consacrata il 2 giugno 1495 dal vescovo di Aosta, che l'anno successivo autorizzò anche la celebrazione di battesimi e sepolture. Il 1 giugno 1650, la chiesa di Bruil fu elevata a parrocchia, assumendo il nome di Rhêmes-Notre-Dame.

Architettonicamente, la chiesa presenta una pianta a croce latina con un'aula centrale. Due arconi proiettati al livello del transetto ospitano gli altari laterali, mentre il presbiterio è leggermente rialzato. Il campanile, con un unico ordine di bifore alla cella campanaria, fu ricostruito insieme alla chiesa nel 1680.

Il nome e la dedicazione della chiesa sono cambiati più volte nel corso della storia: originariamente dedicata alla Concezione della Beata Vergine Maria, nel 1715 fu posta sotto la protezione di Maria Assunta, e nel 1810 fu dedicata alla Visitazione della Vergine.

Nel 1839, a causa della sua dimensione insufficiente, la chiesa fu rialzata e ampliata verso la casa parrocchiale. Nel 1864, fu interamente decorata dal pittore Stornone di Ivrea. Ulteriori lavori di restauro furono effettuati nel 1896, quando i fratelli Artari rinnovarono gran parte delle decorazioni esistenti, lasciando nel presbiterio solo i due quadri raffiguranti il sacrificio di Abramo e quello di Melchisedec.

L'altare maggiore, realizzato in marmi policromi, presenta un tabernacolo e un tronetto sovrastante per l'esposizione eucaristica. Gli archetti laterali sono decorati in legno dipinto e dorato, aggiungendo un ulteriore tocco di eleganza e sacralità a questo luogo di culto storico e artistico.

Le cappelle sparse nella Valle di Rhêmes-Notre-Dame sono piccoli gioielli di architettura e fede, ciascuna con la sua storia unica:

Cappella di Carré (Sant'Anna):

Questa cappella fu originariamente costruita nel 1620 da Giovanni e Bernardino Benoit, che la dotarono anche di un fondo con atto del 2 luglio 1621. Inizialmente chiusa verso la facciata da una semplice cancellata in legno, fu completamente ricostruita nel 1864 e successivamente benedetta il 2 ottobre 1865 dal parroco di Saint-Georges Therisod.

Cappella di Pellaud
(Santi Sebastiano, Fabiano e Rocco):

Edificata tra il 1645 e il 1649 sulla riva sinistra del torrente, questa cappella ricevette la sua dote tramite atto notarile il 20 gennaio 1649, redatto da Bartolomeo Pariset. Distrutta da un'inondazione nel 1868, fu ricostruita sull'altro lato del torrente l'anno successivo, venendo benedetta nell'ottobre 1869. Oggi si erge splendidamente restaurata accanto all'omonimo villaggio.

Cappella di Fos
(San Giacomo Maggiore):

Fondata il 21 giugno 1707 da Giovanni Giorgio Centoz e Giovanni Leonardo Desfours, e attestata da un atto del notaio Perrinod, questa cappella riflette il profondo senso di comunità e devozione della zona.

Cappella di Barmaverain
(Santi Pantaleone, Sebastiano e Rocco):

La comunità locale, documentata da un atto del 23 settembre 1644 del notaio Giacomo Arnod, fu l'artefice della fondazione di questa cappella. Oggi, purtroppo, resta solo un rudere, testimone silenzioso del passato fervente di fede della frazione.

Ognuna di queste cappelle racconta una storia di comunità, devastazione e rinascita, mantenendo vive le tradizioni spirituali e culturali della Valle di Rhêmes-Notre-Dame.

Statua lignea di Madonna con Bambino appartenuta alla cappella di Barmaverain

La calcara e il Mistero dell'Alpeggio di Dzé: Un Enigma Storico ad Alta Quota

Nel contesto isolato e maestoso delle Alpi Valdostane, l'alpeggio di Dzé si staglia come un enigma storico, circondato da misteri che ne fanno un luogo affascinante tanto per gli appassionati di storia quanto per gli escursionisti. Situato tra l'alpeggio di Fond e quello di Les Soches, Dzé si trova lungo l'antica strada che collegava le due Alpi, posizionandosi a 2287 metri sul livello del mare, un'ubicazione che solleva interrogativi sulla sua storica funzionalità e sull'originario scopo delle sue costruzioni.

Architettura e Strutture Misteriose

Tra le rovine che punteggiano l'area, spicca una struttura ad abside con una cripta. Questa costruzione, con caratteristiche tipiche degli edifici religiosi, non è mai stata menzionata nei documenti ufficiali dell'epoca, il che alimenta l'aura di mistero che la circonda.

Adiacente a questa struttura si trova un fabbricato rettangolare con i resti di due pilastri centrali circolari in pietra lavorata. Questi elementi architettonici suggeriscono una possibile importanza storica e culturale ben superiore a quella di un semplice alpeggio.

La Calcara:

Un Elemento Insolito Un altro aspetto peculiare di Dzé è la presenza di una calcara, un antico forno per la preparazione della calce. La sua esistenza in un contesto primariamente agricolo solleva domande sulla sua funzione originaria, soprattutto considerando l'altitudine e quindi l’assenza di materiale ligneo necessario per alimentare il forno.

Testimonianze Storiche e Speculazioni

Charles Passerin d'Entrèves, scrivendo sulla rivista "Le Flambeau" nel 1950, descrive i resti di una costruzione antica a Dzé come ben più imponenti e solidi di una semplice granaio per il bestiame. Le mura, con quasi un metro di spessore e costruite con pietre ben lavorate, suggeriscono un'antichità notevole e potrebbero indicare che le rovine erano parte di un ospizio per viaggiatori o di un altro edificio di significativa importanza storica. La zona è stata oggetto di attenzione anche in tempi recenti, con scoperte archeologiche che includono frammenti ceramici di epoca romana. Questi ritrovamenti, combinati con la posizione strategica di Dzé lungo un'antica via di passaggio, fanno pensare a un sito di grande rilevanza storica e culturale. Sempre su “Le Flambeau”, al n. 4 dell’hiver 2010, lo Dzé viene descritto con dovizie di particolari, foto e rilievi, dallo storico valdostano Joseph-César Perrin. Qui ipotizza l’esistenza di una antica e sconosciuta cappella religiosa.

Conclusioni e Prospettive Future

L'alpeggio di Dzé rimane un sito carico di mistero, con molte domande ancora senza risposta. La sua storia, architettura e le scoperte archeologiche invitano a ulteriori ricerche per svelare i segreti di questo luogo affascinante e isolato. Per gli storici, archeologi e amanti delle Alpi, Dzé offre un inestimabile spunto di riflessione sulla storia umana e naturale di questa remota regione alpina.